di Mario Bega
Introduzione
Circa 6 anni fa, mi recai dal mio medico per farmi prescrivere alcune medicine per il diabete: nell’occasione gli chiesi se poteva prescrivermi degli esami specifici per un tremore che avevo da un po’ di tempo e continuava a persistere. Mi sentivo strano, e purtroppo, dagli accertamenti medici emerse che ero affetto dal morbo di Parkinson.
Difficile spiegare come reagii. Dopo un primo periodo di sconforto, passai a cercare nelle librerie tutti quei testi che trattavano dell’argomento.
Poi fu la volta di internet: divorai tutte le interviste delle persone che come me ne erano state colpite, famose e no, giovani o vecchi, perchè questa malattia non guarda in faccia a nessuno. Oltre ai sintomi della malattia, mi interessavano le loro reazioni e, come si dice, cosa era cambiato in loro… “ la mattina dopo ”.
Durante la consultazione mi capitò un articolo dove alcuni soggetti, che come me ne erano stati colpiti, parlavano in maniera entusiastica di una disciplina che avevano iniziato a praticare quasi per caso e da cui avevano tratto giovamento: era il Tai Chi!
A questo punto, mi sono interessato e ho cercato una palestra vicino a me in cui potessi provare in prima persona i giovamenti di cui si parlava.
Dopo una prima esperienza negativa ho cercato una palestra che potesse aiutarmi. Durante la ricerca, mi sono imbattuto in un testo, scritto dal Maestro Carlo Lopez, in cui si parlava della malattia in generale. L’articolo mi colpì particolarmente. Decisi così di contattarlo: gli scrissi una mail dove parlavo del mio problema e gli chiesi se poteva aiutarmi.
Mi telefonò poco dopo e mi disse che mi aspettava la sera stessa.
Questo avvenne circa 4 anni fa.
Cos’è il Parkinson
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio. La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite “Disordini del Movimento” e tra queste è la più frequente.
La malattia di Parkinson si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala consistentemente. I livelli ridotti di dopamina sono dovuti alla degenerazione di neuroni, in un’area chiamata “Sostanza Nera” (la perdita cellulare è di oltre il 60% all’esordio dei sintomi).
Vi sono diverse forme di Parkinson, alcune presentano tutti e quattro i sintomi cardinali, i cosiddetti sintomi “motori” (relativi al movimento) – includono tremore, lentezza del movimento (bradicinesia), rigidità muscolare e problemi di equilibrio. In altre, invece, è presente soprattutto il tremore o l’acinesia e la rigidità. I neurologi Hoehn e Yahr hanno classificato la Patologia in cinque stadi.
Ciò nonostante, la malattia di Parkinson non è da considerarsi una malattia terminale quanto piuttosto una patologia degenerativa cronica, poiché le persone che ne sono affette hanno un’aspettativa di vita media che va, dal momento della diagnosi, dai 15 ai 25 anni.
I principali sintomi motori della malattia di Parkinson sono il tremore a riposo, la rigidità, la lentezza dei movimenti automatici e, in una fase più avanzata, l’instabilità posturale (perdita di equilibrio); questi sintomi si presentano in modo asimmetrico (un lato del corpo è più interessato dell’altro).
Ogni persona con il Parkinson presenta sintomi differenti, nonostante diversi sintomi siano comuni. Le combinazioni sono infinite e non esiste un malato uguale all’altro.
Cos’è il Tai Chi e i suoi effetti sul Parkinson
Il Tai Chi Chuan è un’arte marziale cinese che consiste nell’esecuzione precisa di movimenti lenti e fluidi. Gli effetti che produce sugli ammalati di Parkinson sono inaspettati.
I movimenti lenti e controllati della tecnica cinese del Tai Chi possono contrastare i disturbi dell’equilibrio delle persone che soffrono di lieve o moderata malattia di Parkinson, ed i miglioramenti persistono per almeno tre mesi.
Il Tai Chi non cura la malattia, ma aiuta gli ammalati a mantenere l’equilibrio e migliora il tono muscolare: chi lo pratica ha un’andatura più sicura e riduce il rischio di cadute.
Non è l’azione di un farmaco o di una terapia clinica. I movimenti lenti e controllati di questa disciplina sembrano infatti migliorare la stabilità e l’equilibrio dei pazienti affetti dalla malattia.
A dirlo è una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine. Secondo lo studio, condotto dal’Oregon Research Institute di Eugene negli Stati Uniti, i miglioramenti durerebbero addirittura per tre mesi, dopo l’attività. “Il Tai Chi sembra giovare molto a queste persone”, ha commentato, Fuzhong Li, primo autore della ricerca.
“In rapporto a chi fa solo esercizi di stretching, chi pratica quest’arte marziale risulta cadere meno, nonché avere un’andatura più sicura e passi più lunghi”.
Il cattivo equilibrio, sia nello stare in piedi che nel camminare, è infatti uno dei tratti distintivi dei pazienti affetti da morbo di Parkinson. ll Tai Chi non elimina i sintomi della malattia, non è un farmaco, non cura la patologia. Ma può aiutare a rallentare il progresso della malattia.
In conclusione
Qualche giorno fa ho avuto la mia solita visita di controllo che svolgo periodicamente.
Il mio neurologo mi ha detto che inspiegabilmente, sotto l’aspetto neurologico, nonostante abbia da poco superato i miei primi 5 anni, quelli che chiamano la “Luna di miele col Parkinson”, l’evoluzione aspettata ha avuto una fase di arresto.
Ho pensato al mio Maestro….
2 risposte a “L’inaspettato effetto del Tai Chi su ognuno di noi”
Benissimo Ciccio, dacci dentro!!! Non mollare MAI!!!
Mario non molare mai nonostante tutto, la tua tenacia e la tua voglia di proseguire questa disciplina ti aiuterà sicuramente.