Tai Chi nella pandemia

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Una sponda del fiume Tresa sta in Italia, l’altra in Canton Ticino, il ponte è la dogana.

Oggi mi ha dato i brividi attraversarlo per andare al corso di Tai Chi a Sessa, in Ticino appunto.
Anche a lezione ci siamo comportati come se non ci vedessimo da molto tempo.
Abbiamo praticato tutti molto attenti e concentrati.

Non è stato facile lo slalom tra la burocrazia di due paesi, di cui 1 extra europeo.

Da un lato ottenere i permessi doganali come lavoratore indipendente per attraversare la dogana una volta a settimana, ha richiesto un mese.
Ora che sono aumentate le restrizioni anche in Svizzera, è stato necessario ricevere la conferma delle autorità per poter fare Tai Chi in 5 in 70 mq.
Guarda caso è consentito ad un massimo di 5 ben distanziati, come noi. E ci è stato concesso.

Tutto questo non si ottiene da soli. Infatti hanno contribuito ad arrivare ad una via percorribile Ingrid Bertoni e tutti i terapisti dello studio Efea terapie naturali a Stabio e Walter Karl Stahel di Essere in Sintonia a Sessa. E a tutti loro sono dedicati i più commossi ringraziamenti.

Dall’altro lato, in ottobre, gli allievi erano perplessi un po’ per la burocrazia CONI: presenze, presa della temperatura. sorridevano quando mi vedevano lavare il pavimento prima e dopo lezione.
Mi chiamavano la bella lavanderina.

Servono i ponti, più che i muri dei divieti.
Ci vuole un po’ prima di essere certi di poterli attraversare.
E si può.

Perfino la data suona bene: 11 11 2020
Sembra una conferma.


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